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Parma Calcio, no soldi, no docu-reality di Sky. Caressa: immagine del Parma rovinata, difficile trovare sponsor

“Alza la testa” si abbassa. Stop, forse temporaneo, per il docu-reality di Sky.

Niente più telecamere negli spogliatoi dei crociati o durante gli allenamenti e il ritiro pre partita, almeno fino a mercoledì.

Probabilmente perché non sono arrivate quelle corresponsioni economiche sperate dai giocatori del Parma per loro, la curatela e i dipendenti. Gli accordi tra Sky e i giocatori del Parma prevedevano che, nel caso in cui il programma avessa saputo attrarre l’interesse di qualche sponsor, parte gli incassi procurati dal documentario-reality sarebbe stati versati alla curatela fallimentare per migliorare la situazione economica della società.

Nessuna promessa, se non quella di dare risalto a quanto è accaduto, perché non si dimentichi tutto in fretta. Perché non ci siano altri casi Parma, e perché il mondo pallonaro sappia cosa sta succedendo a Parma, Monza e altre realtà che rischiano di sparire. Ma la speranza era anche di raccogliere due lirine…

Caressa, direttore di Sky Sport, smorza le polemiche: “Non c’è stato nessuno strappo né un’interruzione del programma – spiega -. Lunedì e martedì trasmetteremo ancora usando materiale che abbiamo già registrato, come del resto era già previsto, dato che il Parma giocherà lunedì sera a Cagliari e non avevamo programma di seguire la squadra in questa trasferta. Mercoledì faremo poi il punto della situazione con Alessandro Lucarelli, Albertini e Donadoni e decideremo se e come andare avanti e cosa fare. A comandare qui sono i giocatori del Parma, non Sky – precisa Caressa.

Noi ci siamo messi al loro servizio per cercare di aiutarli e di dare visibilità a chi sta vivendo questa situazione, come i tecnici e i dipendenti della società. Ma abbiamo dato voce anche ad altre società che sono in una situazione molto simile a quella del Parma.

Il Parma non ha bisogno di noi – afferma Caressa -, noi abbiamo solo portato in pubblico la dignità di questi giocatori. I dati di ascolto del programma sono soddisfacenti ma non si può nascondere il fatto che il disastro fatto dai presidenti che si sono succeduti nel giro di pochi mesi ha distrutto l’immagine del Parma e questo, da un punto di vista di un investitore pubblicitario, di sicuro non aiuta. Per fortuna adesso ci sono i curatori fallimentari che stanno facendo un ottimo lavoro e stanno restituendo alla società un’immagine positiva”.

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