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Rifiuti, interviene Federconsumatori: “Meno regole, più precise, costi commisurati ai nuclei”

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Lo scorso 10 aprile si è riunito per la prima volta, convocato dall’assessore Folli, l’Osservatorio permanente sul tema della raccolta differenziata a Parma, un momento di confronto importante con i portatori di interesse, senza dubbio una buona prassi che auspichiamo dia utili frutti. In vista del prossimo appuntamento, a maggio, Federconsumatori condivide e confronta con l’opinione pubblica le proprie posizioni in attesa di una decisione finale che dovrebbe arrivare a breve.

In quella sede sono emersi due obiettivi specifici che il Comune di Parma intende perseguire e cioè: che la tariffa puntuale dovrebbe far pagare meno a chi conferisce meno rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento; che si punta a diminuire drasticamente la quantità di rifiuti indifferenziati.

Sul primo punto l’assessore, che ha avuto anche modo di esporre le sue idee alla stampa, ha spiegato che si sta pensando di far pagare, oltre alla quota variabile per persona e alla quota fissa per mq, un quid proporzionale al numero dei conferimenti dei contenitori microchippati che prevede, in ogni  caso, un minimo di conferimenti annui pari a 20 previsti per ogni unità abitativa, ed una cifra proporzionale calcolata per ogni conferimento in più fino a 40, superati i quali si avrà un extra plus da pagare.

Federconsumatori ritiene opportuno far notare che se consideriamo il numero dei componenti occupanti l’immobile avremo un’adeguatezza del metodo per quanto riguarda nuclei numerosi e unapenalizzazione per quanto riguarda le persone singole poiché queste avranno difficoltà ad arrivare ai 20 conferimenti annui esponendo molto meno i contenitori dato che producono meno rifiuti indifferenziati. La tentazione semmai potrebbe essere quella di infilare nell’indifferenziato anche altri materiali per raggiungere i 20 conferimenti annui, il che contrasterebbe con il secondo obiettivo che il Comune e tutti noi ci prefiggiamo.

Si chiede inoltre di essere più precisi ed espliciti nel quantificare il risparmio per i cittadini virtuosi. Prendiamo l’esempio di un nucleo di 2 componenti con una casa da 90 mq. La Tari vale 143,667 di quota variabile e 64,62 di quota fissa per mq per un totale di 208,28 euro anno. Quanto risparmia il nostro nucleo se conferisce meno? E quanto se conferisce di più? Si tratta di cifre pressoché simboliche di 3/5 euro, oppure di somme che incentivano realmente i comportamenti virtuosi?

Un altro punto di criticità è l’art 13 del regolamento Tari, in cui si attribuisce un numero di 3 occupanti per le utenze domestiche dei non residenti. Come conciliare questo criterio con la proporzionalità della tassa alla produzione reale dei rifiuti?

In ultimo viene il costo per la raccolta dei rifiuti che incide circa per 0,33 euro al kg. Esistono dei metodi di raccolta che possono far abbassare questo prezzo velocizzando il servizio e riducendo i punti di raccolta? Sempre in questa ottica viene da chiedersi se lo sconto del 20% della quota variabile per chi pratica il compostaggio non sia poco, visto che la frazione umida rappresenta il 40 % del totale del rifiuto.

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