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Billa, una chiusura senza un perché

Scelte aziendali e affitto troppo alto hanno privato Via D’Azeglio dello storico supermarket, Standa prima, Billa poi.

Ma il sindacato insorge…

“La segreteria territoriale Filcams Cgil e le rappresentanze dei lavoratori manifestano la loro preoccupazione per lo stato di incertezza nel quale versano i 37 Lavoratori del punto vendita Billa di Parma ubicato nell’Oltretorrente.

L’Azienda ha infatti comunicato la decisione del Gruppo Rewe di abbandonare il mercato italiano per quanto riguarda il segmento supermercati dopo aver ceduto numerosi punti vendita ad altri operatori, motivando tale scelta come una mera strategia commerciale stante la dichiarata impossibilità, secondo le stime interne, di raggiungere una posizione di rilievo sul mercato.

L’apertura della Procedura di Mobilità per i dipendenti dei punti vendita dello scorso 19 febbraio, ha sancito definitivamente l’irrevocabilità della scelta del Gruppo Rewe, che però contrariamente alle dichiarazioni profuse negli ultime mesi, intende continuare ad investire nei punti vendita a marchio Penny Market, anch’essi del Gruppo Rewe, perseguendo pertanto, nei fatti, una politica del Gruppo Rewe di investimento nel mercato italiano del discount.

Nell’ultimo incontro del 2 aprile scorso tra l’Azienda e le OO.SS. nazionali sono emerse dichiarate manifestazioni di interesse di almeno due potenziali acquirenti che ad oggi tuttavia hanno ripensato alla loro posizione, secondo quanto riferito negli ultimi incontri sindacali, a causa del rifiuto dei proprietari dell’immobile di discutere un affitto ad oggi strabiliante: 270mila euro annui solo per lo spazio supermercato.

La parola fine quindi per i 37 lavoratori ed anche per parte del commercio dell’Oltretorrente la scrivono i proprietari dell’immobile, sancendo la forse inevitabile disdetta dei locali da parte dell’Azienda.

La segreteria territoriale Filcams Cgil, pertanto, auspica un incontro urgente tra le parti con il coinvolgimento anche della Istituzioni al fine di individuare le possibili soluzioni per il futuro dei lavoratori”.

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