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Parma Calcio, falliti, mitomani e pazzi all’assalto

 

Matti falliti e inaffidabili vogliono il Parma.

O meglio, solo loro.

Dopo la liason Ghirardi – Leonardi, che falliti non lo erano, e ladri non era erto, ma ora si sono dimostrati ambo le cose, ecco la dinastia Taçl (Doca, Giordano Kodra), poi Manenti.

Personaggi che si commentano da soli e con le loro gesta. Di ieri, il fondo Doyen (“delinquenti” – commentano nell’ambiente)  le ultimissime sul Parma calcio vogliono Gabriele Scaccia, avvocato del foro di Roma e figlio di Alfredo Scaccia, già  patron del Frosinone e protagonista di un fallimento con polemiche anni fa “disponibile ad acquisire il pacchetto azionario” del Parma Fc”.

Sciacca ha detto a Radio Parma  di aver sentito dichiarazioni del sindaco Federico Pizzarotti e di Lorenzo Minotti, “che ho conosciuto come giocatore” e di esssersi “reso conto che il sindaco ha stigmatizzato l’operato di qualche avventuriero e ha chiesto interlocutori italiani e con storie da raccontare. Ho rivolto il mio interesse anche al sindaco se c’è possibilità di un incontro”.

“Con diversi imprenditori londinesi – ha aggiunto Scaccia – penso di poter avere le carte in regola per tentare un possibile salvataggio. Sono stato autore di una battaglia giudiziaria con la Federcalcio negli anni ’90, poi vinta” con tanto di “lauto risarcimento” -ha concluso.

Sti cazzi – aggiungiamo noi. Nel senso che avrà pure vinto, ma uno non fallito non inguaiato non in causa non chiacchierato non pazzo non ce l’abbiamo per dargli il Parma.

Ah scusate, Ghirardi lo era e poi… Sciacca, parliamone.

(effedivi)

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