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Persone immeritatamente poste ai vertici di realtà importanti, che per avidità e incompetenza, rubano il futuro alla città: capitolo primo. La saga di Alberto Guareschi, prima puntata

EI FU…BANCA MONTE

C’era una volta a Parma una banca… ora non c’è più! Effetto Intesa. C’era una volta Parmalat ora ha cambiato capitale e nome: Francelat! Che vacche le francesi!… Alimentate con OPA, da Bondi concimata. Vendetta finanziaria in terra parmigiana del muggito del mondo imprigionato?

Era l’ultimo istituto indigeno rimasto; una delle banche più antiche al mondo, traendo origine dal “Monte di Pietà della Città di Parma” (Mons Pietatis Almae Civitatis Parmae), fondato nel 1488 su sollecitazione del Beato Bernardino da Feltre.

Per molto tempo Banca Monte ha coabitato nel ducato con Banca Emiliana e Cassa di Risparmio divenute poi una sola Banca, Cariparma, di Crédite Agricole. Grazie all’opera di ingegnosi e scrupolosi uomini di finanza ora Parma, da tre banche che aveva, non ne ha più una sua – spiega il blog di approfondimento www.luigiboschi.it.

Le branche operative locali della Tanzi holding bank gestite strategicamente dai due Presidenti made in Parmalat: Silingardi (Cariparma) e Gorreri (Banca Monte) sono state liofilizzate, polvere di latte per esser meglio digerite dai nuovi acquirenti.

Banca Monte la voleva comprare, nel 2005, Monte dei Paschi di Siena che possedeva già il 49% del capitale. Per il 2% che le avrebbe permesso di acquisire il controllo del 51% aveva offerto alla Fondazione, che deteneva il 51%, 250 milioni di euro. Ma che scherzate! Vale molto di più… gli fu risposto.

Infatti ora Banca Intesa ha acquisito il 60% delle quote di Monte Parma, concludendo un aumento di capitale di 187,7 milioni di euro, di cui 86,8 imputati a capitale sociale e 100,9 a sovrapprezzo, con closing previsto per il 31 marzo del 2012. Intanto la Fondazione non ha ancora incassato il dovuto: il prezzo di 158 milioni è soggetto infatti a variazione sulla base dell’esito di una verifica sui conti (due diligence) di Banca Monte… una situazione di bilancio preoccupante: pare che nessuno sappia ancora con certezza l’ammontare delle sofferenze e degli incagli..

Inoltre 100 dipendenti stanno per essere licenziati e la vertenza sindacale si fa ora aspra e difficile vista la strategia di Intesa: tra le mura dell’Istituto si respira più aria di smantellamento che di rilancio.

Anche la trattativa svolta e chiusa da Gilberto Greci, ex Presidente della Fondazione, con Intesa e preparata da Salvatori per la cessione della Banca in agonia, ora mostra il fianco a critiche visto che i grandi clienti Banca Monte sono stati trasferiti alla sede Milanese di Intesa, gli sportelli sembra vengano ridotti a punto vendita dei prodotti finanziari del gruppo e alcuni immobili storici di Banca Monte, la nuova proprietà, vorrebbe metterli a reddito.
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E tutto questo perché? Per una gestione “interessata” e oculata di chi l’ha portata nel baratro: Alberto Guareschi.

I suoi predecessori? Beniamino Ciotti, referente di Ligresti nelle terre di Maria Luigia e Franco Gorreri dimessosi a seguito del crack Parmalat di cui era direttore finanziario: circa 100 milioni di euro il lascito del latte in banca.

Il nuovo Presidente, Guareschi, ha pensato bene di trasformare il latte in polvere di Collecchiello in latte di bufala di Fontanello: crack Bocelli, un’”Antica Torre” a lungo corteggiata.. Non solo, Alberto avrebbe forse voluto vedere ancheggiare le sue bufale sulle passerelle di moda nelle sfilate di Mariella Burani, sentire il muggito in ola allo stadio Tardini, in coro gospel sulle piste di Marilleva o a Fontanelle, sul suo confine agricolo, partecipando all’escalation economica dell’”Antica Torre” di Bocelli affidata e gestita, per conto del Presidente Guareschi, a Eugenio De Paolini, un frequentatore notturno le carceri di via Burla… condanna all’ergastolo per duplice omicidio e occultamento di cadavere. Vi dice qualcosa questo nome? E’ lo stesso ergastolano coinvolto nel crac del Parma Calcio, che fungeva da tramite tra Pietro Leonardi e il vice capitano della finanza Albanese.

 

LE OPERAZIONI…DISGRAZIATE

Era una Banca parmigiana che finanziava l’economia di Parma, ma il dissesto lo si deve soprattutto a operazioni, non certo indigene, finite male: Mariella Burani (19 milioni di euro), Medeghini (24 milioni di euro), Marilleva (7,2 milioni di euro) le più note. Soprattutto fanno sorgere qualche sospetto le modalità e i tempi in cui queste linee di credito furono erogate.

Ma il Presidente, Alberto Guareschi, che faceva? Non certo aveva in mente il modello Cuccia dedito alla banca d’affari. Sembra invece che il nostro si facesse finanziare i suoi affari e le sue attività dalla Banca che presiedeva o comunque, per il ruolo ricoperto, cercava di trarre il maggior vantaggio personale. Ma l’azione di responsabilità i soci hanno pensato di riservarla a Roberto Menchetti il Direttore Generale, uomo di Monte Paschi, arrivato dopo Campopiano, Morotti e Vibi, che entrò subito in feeling con il Presidente, un po’come se fosse il fattore della sua azienda agricola e lasciò che Menchetti portasse con sé all’interno della Banca, suoi uomini di fiducia: Giove (Organizzazione) e Bozzi (Affari speciali). E i Sindacati ora si chiedono se l’effettiva volontà della Fondazione sia quella di procedere legalmente per avere giustizia del maltolto subito?… Vista anche la buonuscita di 2.100.000 euro per il triunvirato. Cose che avvengono solo nel compromesso ducato!… ormai incapace di temerarie imprese alla Cadalo.

L’avvocato Alberto Guareschi, figlio del notaio Guareschi, noto possidente terriero della bassa, ha lo studio a Parma in Galleria Bassa dei Magnani 3. Nello stesso stabile si trova pure la sorella Silvia Guareschi, avvocato che, si dice, esercita però come notaio quasi la fosse veramente, redigendo atti che vengono poi rogati da vari notai secondo invalsa ma sicuramente discutibile prassi, soprattutto quando ad avallarla vi è anche lo stesso presidente del Collegio notarile di Parma….

In strada Bassa dei Magnani 3 trovano pure sede legale tutte le società del banchiere per circostanza Alberto Guareschi:

-FINON srl, 1995, attività immobiliare, finanziaria, alimentare (lattiero casearia e uova), zero dipendenti, capitale 55.000 euro: 50% la sorella Silvia, 5% la seconda moglie Mangiarotti Maria Cristina, 45% A. Guareschi. La madre Maffei Innocenza classe 1925, Amministratore Unico;

-PAGANINA sarl, 2005, impresa agricola e allevamento bovini e bufale da latte, dipendenti circa 90, capitale 30.000 euro: 70% Magu srl; 25% Alberto Guareschi; 5% Candiani Andrea, Amministratore Unico, poi Presidente del CdA composto da Giovanni Medeghini (Vice Presidente dal 26/07/2007 al 09/12/2008), Consiglieri: Maffei Innocenza, Silvia Guareschi.

-MAGU srl (acronimo di Mangiarotti e Guareschi), 2004, attività immobiliare, capitale 50.000 euro, 50% Finon srl, 45% Mangiarotti Maria Cristina, 5% Candiani Andrea (Amministratore Unico). Nel 2005 Finon srl diviene socio unico.

-GUARE srl, 2008, impresa agricola, capitale 110.000 euro: 55% Mangiarotti Maria Cristina, 45% Guareschi Alberto. Amministratore Unico Cartagini Colombo (’74) nel 2011, Candiani Diego (’82) nel 2011, Ghidoni Raffaella (’73) nel 2009, Polledri Giorgio (’57) nel 2008. In tre anni, quattro Amministratori Unici.

Come si può constatare tutte le società, ad eccezione della FINON srl, sono state costituite dopo la nomina a Presidente Banca Monte.

Altre società che rientrano nell’orbita Guareschi, ma in altre sedi, sono:

– INGEA srl, in via Bondi 14 (Parma), 1982, attività immobiliare, capitale 21.000 euro: 25% Viaro Filippo (Amministratore Unico), 25% Corchia Pier Paolo, (cugino di A. Guareschi) dal 2006 procuratore, 25% Beccarelli Sergio, 25% Finon (di cui A. Guareschi con la moglie detiene il 50%; l’altro 50% è della sorella Silvia). Nella stessa via ai numeri civici 16, 18, 20, si trovano recenti edifici di proprietà Finon;

– PIETRO FIACCADORI srl, in via Duomo 8/a (Parma), 2% Finon

– COSTRUIRE SALA srl, in via Meloncello 1 (Bologna) anno 2005, attività immobiliare, capitale 104.000: 50% Finon. Partecipazione ceduta nel 2011.

Le società di Guareschi e i bilanci sono seguiti da Iasoni Monica, dello Studio Branchi. Fabio Branchi, noto alle cronache per il legame con Parmalat: tra gli arrestati il 18/02/2003.

Alberto Guareschi, primo matrimonio annullato dalla Sacra Rota, classe 1964, 21 febbraio, secondo l’oroscopo un pesce, ma fuor d’acqua in banca… lui preferisce le bufale! E’divenuto Presidente della Banca Monte dopo il crack Parmalat nel 2003.

Nessuna esperienza bancaria, nessuna credibilità culturale finanziaria, nessuna bibliografia o studio di settore, che dico, almeno qualche master, qualche articolo… degni di nota, niente!… nessuna dinastia nel credito, nessun atto di coraggio politico, ma il giovane di non so quali speranze per la banca storica parmigiana -suo padrino fu Gilberto Greci con Elvio Ubaldi, forse, non completamente d’accordo (ma che se lo volesse togliere dai piedi dal Consiglio Comunale?)- si trovò Presidente con il placet della nomenclatura locale riunita nella Sacra Fondazione Banca Monte Parma, il cui Presidente, Gilberto Greci, parente di Guareschi, proprietario della Greci di Ravadese (con un’esposizione di tutto rispetto nei confronti della banca) è cugino di Alberto Greci della Greci Geremia, fortemente finanziata da Banca Monte Parma (ma guarda un po’… le coincidenze!) ora in concordato preventivo. Una commedia all’italiana tra conflitti di interesse e legami di sangue.

Eletto consigliere comunale nel 1998 nelle liste di Forza Italia, Alberto aspirava alla carica di Presidente del Consiglio, ma gli fu preferito Bernini, il cui curriculum in “Formez2” e le “conferenze stampa” intercettate negli anni sono divenute note in Procura.

Limitato a capogruppo consiliare, entrò definitivamente in rottura con il partito nelle elezioni politiche del 2001 perché non fu messo in lista, gli furono preferiti altri: sempre Bernini e Paolo Paglia per la Camera (poi non eletti), e Vittorio Guasti al Senato (non eletto pure lui direttamente, ma ripescato per il quoziente regionale). Uno sgarbo che non perdonò agli amici di brigata Villani. Divenne civico e ci pensò Elvio Ubaldi, Sindaco di Parma (Civiltà parmigiana), a concordare la sua Presidenza in Banca Monte nel 2003. Certo, caro Ubaldi, non si può dire che tu abbia il fiuto da talent scout visto poi la sfornata del clan dei Vignalesi, cresciuti sull’isola di Elvio per otto anni. Ma che facevano questi con te? Che gli hai insegnato? L’opera dei masnadieri? Un ruolo si direbbe assimilato con successo! E’ vero che bisognava ringiovanire la classe dirigente, ma secondo leve discrezionali, forse, dettate da altri parametri. Dico, ma non c’era forse un giovane onesto, con un curriculum di studio almeno di banca e finanza, magari con qualche esperienza, a cui affidare il corso del nuovo indirizzo strategico dell’Istituto bancario parmigiano, dopo la disfatta di Calisto? Capisco, avevi già oberato Andrea Costa di incarichi… e ti mancava, forse, un altro uomo fidato di finanza. Con Gilberto Greci avevi intravisto subito in Guareschi, forse, le caratteristiche meritocratiche e di responsabilità?

Ma quali responsabilità? Più che gestire una Banca, Alberto, con il suo fare dinoccolato e la maschera da bravo Pinocchietto redento, con la sua borsa ricolma di affari personali, tutte le mattine, dopo averli meditati a casa, la sera, in perenne consiglio di amministrazione con la moglie Maria Cristina e la madre Innocenza, da borgo della Posta 3 se li andava a sbrigare a 100 metri da casa in banca nello storico Palazzo San Vitale: oltre 45 milioni di debiti personali (dai bilanci al 31/12/2009) di cui 30 di esposizione bancaria, sparsi e da gestire nelle varie società e nelle diverse speculazioni, non consentono proprio, pare, una mente sgombra da preoccupazioni e dedita al bene della Banca!! In particolare se poi impiegati in speculazioni immobiliari o società a bassa redditività.

Sembra infatti abbia gestito con Monte Parma gli interessi economici delle sue società e le sue relazioni personali (confermato tra l’altro dal verbale degli ispettori di Bankitalia). Altri parmigiani, a dir la verità, stanno seduti nei Consigli di Amministrazione di banche e da quelle stesse banche si fanno finanziare. Però almeno non fanno i Presidenti! Un’etica da manuale della meritocrazia di Roger Abravamel!! L’economista, pensate, venne a Parma, invitato proprio da Banca Monte a parlare di etica e meritocrazia: “Abbiamo una classe dirigente –disse- che non ci meritiamo. Manca un sistema di valori che promuova l’eccellenza indipendentemente dalla provenienza”.

Il Presidente Guareschi, seduto in prima fila, illuminato dal progetto, consapevole della meritocratica sua nomina, intervenne pure, da esperto, sia per introdurre l’ospite, sia per la sintesi finale del pensiero. Avrebbe voluto, pare, invitare anche Hans Kung per la presentazione del libro: “Onestà”, ma non fece in tempo. Problemi di bufale… nel bilancio.

Non gli bastò essere presidente senza meriti a giovanissima età (39 anni) della Banca storica parmigiana per di più con lauta remunerazione… ed è pure facoltoso di famiglia… No, non bastava! Perché non cercar di imparare il mestiere che per grazia di una borghesia ignorante gli era stato donato, invece di immergersi nelle avide speculazioni?… Il ragazzo anziché dedicarsi allo studio di banca e finanza per la valorizzazione dell’Istituto cittadino, si finanziava le sue società che trovavano liquidità in Banca Monte per tutte le operazioni speculative: da quelle agricole a quelle immobiliari, ad affari con amici.
E’ così che queste persone poste ai vertici di realtà importanti, per avidità e incompetenza, rubano il futuro alla città!!

Guardiamo ad esempio alcuni dati sensibili dai bilanci societari al 31/12/2010:
-Finon srl ha una esposizione bancaria di circa 9.000.000 di euro contro 6.700.000 di immobilizzazioni materiali, utile d’esercizio 253.000 euro, ma nel 2009 marcò una perdita di 35.000 euro;
-Paganina sarl ha un indebitamento di circa 24.500.000 di cui 20.000.000 con le banche, utile d’esercizio 40.000 euro;
-Magu srl indebitamento di circa 5.000.000 di cui 2.500.000 verso banche, utile d’esercizio 33.000 euro;
-Guare srl indebitamento 1.200.000 di cui 600.000 verso banche, utile netto d’esercizio 30.000 euro

Insomma il Presidente si è dedicato all’attività agricola, immobiliare, poi del calcio, tutto finanziato dalla banca che presiedeva. Il Comune, che lo aveva messo lì per operazioni di cassa, disponeva poi dei flussi monetari: tra le più note la vendita degli immobili del Comune a CAL e poi a ALFA (entrambe partecipate dal Comune) a cui Banca Monte ha concesso mutui (in questo caso di 14.000.000 di euro di cui il Comune non onorò le scadenze) di gran lunga superiori al valore reale dei beni. Da qui si finanziava e si sosteneva insomma la new diseconomy generation … dei Vignalesi. Ma anche amici degli amici avevano accesso, come Medeghini (i cui magazzini di formaggio dati a garanzia per le linee di credito furono trovati vuoti), socio di Guareschi in Paganina.

Nel prossimo capitolo…il secondo episodio della saga. Guareschi e il Parma Calcio!

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