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Folli ha la stessa malattia della Rossi: quando non ha risposte se la prende con l’amministrazione precedente

Vedelago, dopo le parole di Maria Teresa Guarnieri, ecco, pronta, la risposta dell’assessore all’Ambiente Folli. Che come la sua collega al Welfare, non sapendo in che corner rifugiarsi, opta per dare colpe all’amministrazione precedente.

Che sicuramente ne ha, ma non è detto che i successori stiano facendo meglio…

“La consigliera Guarnieri non perde occasione per mostrare come la sua azione politica sia fondata sulla polemica a prescindere dagli argomenti quindi trova spunto dal fallimento della società che gestiva il Centro Riciclo di Vedelago per dare addosso ad un modello virtuoso di gestione dei rifiuti che prevedeva anche le tecnologie di estrusione delle plastiche eterogenee come ulteriore elemento di recupero di materia anziché di distruzione tramite incenerimento o discarica.

E’ bene sapere a questo proposito che l’azienda di cui sopra è fallita ma le attività del centro sono state rilevate da un’altra società che ha ripreso immediatamente ad operare. La consigliera Guarnieri sappia anche che dopo l’esperienza di Vedelago sono nate decine di aziende tuttora attive come ad esempio la Revet di Pontedera che da circa 16.000 tonnellate/anno di materiali che prima venivano avviati ad incenerimento, ricava plastiche che vengono riutilizzate nella produzione di scocche e componenti degli scooter della Piaggio.

Che piaccia o no alla Guarnieri si tratta di tecnologie ormai consolidate che consentono di recuperare materie prime che altrimenti vanno perdute per sempre, tecnologie ed impianti che abbiamo proposto insieme al Comune di Forlì come elemento a supporto del progressivo spegnimento degli impianti di incenerimento in Emilia-Romagna nel Piano Regionale di Gestione Rifiuti.

Per anni a Parma abbiamo nascosto la polvere sotto il tappeto disinteressandoci del problema rifiuti e demandando ad altri la gestione dei nostri scarti, anni in cui anche la Guarnieri era al governo della città in una giunta che nulla ha fatto per invertire questo trend se non approvare un impianto di incenerimento a 4 km dal Duomo di Parma che ora si dimostra sovradimensionato per il territorio.
Oggi responsabilmente noi ci stiamo facendo carico del problema, subendone anche le conseguenze in termini di popolarità, ma consapevoli che sulla strada segnata non sarà più possibile tornare indietro a modelli di gestione rifiuti inefficaci e obsoleti, buoni solo come paravento per politici che non hanno il coraggio di fare scelte coraggiose per il futuro del nostro ambiente”.

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