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Parma, qualità della vita in calo. Per Italia oggi è ottava

E’ quella di Trento la provincia che ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita nel 2014. Il risultato è rilevante, in quanto è ottenuto per il quinto anno consecutivo. E’ quanto emerge dalla 16ma indagine annuale sulla qualità della vita nelle province italiane di Italia Oggi. Lo studio evidenzia un moderato arretramento della qualità della vita nelle province italiane: nel 2014 sono 55 su 110 le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile, contro le 59 su 110 della passata edizione. E Parma cede un gradino rispetto al 2013: passa alla settima all’ottava posizione

Lo studio sulla qualità della vita nelle province italiane evidenzia inoltre come i bassi livelli di qualità della vita si concentrano in particolare nelle province dell’Italia meridionale e insulare. Un altro elemento è la relativa stabilità che caratterizza il livello di qualità della vita nel centro nord. Infine, lo studio «Qualità della vita» rileva il peggioramento della qualità della vita nei grandi centri urbani, tendenza già anticipata nella passata edizione.

L’evoluzione della qualità della vita nelle province italiane è stata caratterizzata negli ultimi anni da un percorso non lineare. Fino al 2012 la classifica si riferiva a 103 province contro le 110 delle ultime due edizioni; il 2009 e il 2010 hanno segnato un parziale miglioramento rispetto agli anni precedenti. Nel 2013, con 51 province su 110 in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, si è registrato uno dei migliori risultati dalla prima edizione dell’indagine. Nel 2014, con 55 province su 110 in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, si registra un parziale arretramento rispetto al Paese.

Trento è la provincia che ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita nel 2014. Dal 1999 Trento è stabilmente nel gruppo di eccellenza e non è mai scesa, in 16 edizioni dell’indagine, al di sotto del 7 piazzamento, classificandosi al primo posto nel 2002 e dal 2011 in poi e al secondo posto nel 2000, 2003, 2006, 2007, 2008 e 2010. Quindi, il risultato conseguito quest’anno non è inaspettato, ma nasce da precondizioni, di carattere strutturale, che caratterizzano la provincia di Trento da almeno un decennio. Trento si colloca nel gruppo 1 in sette dimensioni su nove (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale, popolazione, servizi finanziari e scolastici e tempo libero, figura nel gruppo 2 nella dimensione del tenore di vita e nel gruppo 3 nella dimensione del sistema salute.

IGLESIAS, DOVE SI VIVE PEGGIO

E’ la provincia di Carbonia-Iglesias, ultima classificata quest’anno nella ricerca «Qualità della Vita» edizione 2014 di Italia Oggi.

Per quanto riguarda le grandi aree urbane, o più precisamente le province al cui interno è presente un centro urbano con popolazione superiore al milione di abitanti, quest’anno lo studio evidenzia andamenti alquanto differenziati. Se Torino cede 16 posizioni e si porta dal 49 al 65 posto in classifica generale, Milano guadagna un’altra posizione dallo scorso anno e 13 dal 2010, passando dal 37 al 36 posto in graduatoria. Roma acquista 7 posizioni dal 2013 portandosi al 57 posto, mentre Napoli è stabile su posizioni di coda in 103 posizione.
Nel 2014, in generale, i fattori positivi prevalgono nettamente su quelli negativi e, di conseguenza, la posizione delle grandi aree urbane manifesta degli avanzamenti più o meno marcati. «E’ importante la sostanziale tenuta o il netto miglioramento in due province che ospitano centri urbani di grandi dimensioni, Milano e Roma – rileva Alessandro Polli, del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell’Università La Sapienza di Roma – anche se l’esperienza di 14 anni di indagine ci induce a ritenere che, al di là dei facili ottimismi, si tratta di un risultato relativamente volatile e fortemente condizionato dagli stretti legami con la congiuntura internazionale, per cui ci sembra inutile enunciare regole auree».

OLTRE LA META’ DEGLI ITALIANI VIVE IN PROVINCE CON SCARSA QUALITA’ DI VITA

Più della metà della popolazione italiana, pari al 52,6%, contro il 48,4% dello scorso anno, pari a 31 milioni 699 mila residenti, vive in province caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente. Restringendo ancora di più l’attenzione, è il 24% della popolazione che risiede in province caratterizzate da un livello insufficiente di qualità della vita, contro il 28,2% dello scorso anno, cioè un italiano su quattro.
E’ quanto emerge dalla indagine «Qualità della Vita» di Italia Oggi. Nel 2014 sono 55 su 110 le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile, contro le 59 su 110 della passata edizione. Delle 55 province in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, 6 appartengono al nord ovest, 1 è del nord est, 8 in Italia centrale e di nuovo 40 su 41 in Italia meridionale e insulare.

Si assiste, quest’anno, ad una certa stabilità nel livello di qualità della vita nelle province del nord ovest e dell’Italia centrale. Inoltre, nel gruppo in cui la qualità della vita è classificata come insufficiente, figurano quasi esclusivamente province del Mezzogiorno, ad eccezione della provincia di Imperia.
Il livello medio di qualità della vita è insufficiente e non accenna a migliorare nelle regioni del sud. Cinque anni fa i ricercatori avevano individuato, anche se allo stato embrionale, un cluster di province, dislocate nel Mezzogiorno e geograficamente contigue, in cui la qualità della vita risultava superiore a quella prevalente nelle altre province dell’Italia meridionale e insulare. Il cluster, che andava dal litorale adriatico meridionale alle province ioniche fino ad estendersi su un breve tratto del litorale tirrenico, era costituito dalle province di Campobasso, Foggia, Bari, Potenza e Matera. Dallo scorso anno questo cluster non soltanto si è dissolto, ma l’area del disagio trascina anche le province della Basilicata.

L’unica eccezione alla regola è rappresentata dalla provincia di Teramo, al 27 posto, caratterizzata da una qualità della vita accettabile. (ANSA)

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