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Spumador, sei mesi per sperare

Altri sei mesi per sperare. Il gruppo Refresco ha deciso di aspettare l’estate prossima per chiudere la Spumador, storico stabilimento di imbottigliamento di S.Andrea Bagni di Medesano.

Inizialmente, la chiusura era stata annunciata per fine dicembre. A dare la notizia è Patrizia Maestri, deputata parmigiana del Pd, che ha rivolto una nuova interrogazione sul caso al ministero del Lavoro, perché cerchi una strada per proseguire l’attività. Maestri solleva dubbi anche sulla regolarità dell’operazione, ipotizzando una speculazione fra siti produttivi dello stesso gruppo che hanno sfruttato incentivi fiscali.

“Refresco è uno dei principali gruppi industriali europei nel campo dell’imbottigliamento di bevande analcoliche e succhi di frutta a marchio commerciale – ricorda Maestri nell’interrogazione al ministro Giuliano Poletti -. Le competenze principali del gruppo sono la produzione di una vasta gamma di combinazioni di prodotti e imballaggio nel settore soft drinks e il cosviluppo di nuovi prodotti. Refresco è stata fondata nel 2000 e ha siti di produzione in 9 paesi europei. Il gruppo impiega circa 3mila persone. La sede centrale è a Rotterdam, nei Paesi Bassi. Il gruppo i Italia opera tramite la controllata Spumador spa la quale impiega circa 440 dipendenti nei cinque stabilimenti produttivi di Caslino al Piano (Co), Spinone al Lago (Bg), Quarona Sesia (Vc), Sant’andrea (Pr) e Sulmona (Aq)”.

“L’11 novembre 2014 – ricorda ancora la parlamentare -, l’azienda ha comunicato ai propri dipendenti la volontà di cessare la produzione a Sant’Andrea Bagni. Dopo un incontro con i sindacati la fine delle attività produttive, inizialmente indicata entro dicembre 2014, è stata posticipata alla fine della stagione estiva 2015. Mentre continuano le trattative sindacali per garantire ai lavoratori gli ammortizzatori sociali (48 lavoratori a tempo indeterminato a cui si aggiungono circa 25 lavoratori stagionali, con contratti dai 6 agli 8 mesi), l’azienda si è detta disponibile alla ricollocazione del 20 per cento dei lavoratori negli altri stabilimenti, in particolare a Como e Sulmona”.

“Lo stabilimento di Sulmona, ex sito produttivo di Campari, è stato acquisito da Spumador nel novembre 2011. Secondo i lavoratori e i rappresentanti sindacali, la chiusura dello stabilimento di Sant’andrea sarebbe la diretta conseguenza di alcuni importanti investimenti effettuati dall’azienda – che avrebbe beneficiato per questo anche di contributi ed incentivi pubblici – nello stabilimento di Sulmona dove si punterebbe ad estendere la produzione anche alle acque minerali”.

“La chiusura dello stabilimento Spumador sito nel comune di Medesano avrà conseguenze molto negative per il territorio circostante e l’occupazione, in particolare per la zona appenninica delle valli taro e ceno anche in conseguenza della cessazione della produzione, già registrata nei mesi scorsi, nello stabilimento di Felegara del Consorzio Casalasco del pomodoro”.

Maestri interroga il ministro per sapere se è a “conoscenza delle intenzioni della Spumador spa in particolare con riferimento alla paventata chiusura dello stabilimento di Sant’Andrea e di quali azioni intenda farsi promotore al fine di salvaguardare il livello occupazionale di un territorio già profondamente segnato dalla crisi anche in conseguenza della chiusura dello stabilimento di Felegara del Consorzio Casalasco e se – come sostenuto dai lavoratori e rappresentanti sindacali, nello stabilimento di Sulmona sarebbero stati effettuati importanti investimenti che avrebbero goduto di specifici incentivi e agevolazioni fiscali tali da configurare ad avviso dell’interrogante un vero e proprio dumping tra i due siti produttivi”.

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