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Parma, un punto in meno, un pacco in più. Chi ti piglia ora?

Fabio Giordano

Fabio Giordano

Un punto di penalizzazione, da scontarsi nella corrente stagione sportiva e un’ammenda di 5 mila euro; due mesi di inibizione al presidente Tommaso Ghirardi e all’amministratore delegato e legale rappresentante Pietro Leonardi, più un’ammenda di 5 mila euro a testa: questa la decisione adottata dal Tribunale Federale Nazionale-Sezione Disciplinare.

Il deferimento per i due dirigenti era scattato “per non aver depositato presso la LNP Serie A, entro il termine del 17/2/2014, l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef relative agli emolumenti dovute ai tesserati per le mensilità di novembre e dicembre 2013 e per non aver utilizzato per il pagamento degli emolumenti il bonifico bancario, sul conto corrente indicato in sede di ammissione al Campionato di competenza”.

Il Parma era stato deferito a titolo di responsabilità diretta e oggettiva.

Questa la notizia che è piombata come neve al sole sul Parma Calcio nel primo pomeriggio di oggi.

Ma una precisazione è d’obbligo: la penalizzazione non riguarda la Licenza Uefa, l’Irpef non pagata e tutto quanto ha sconquassato l’ambiente la scorsa estate. Ora la domanda sorge spontanea: cosa possono trovare dei multimilionari russi (ammesso che esistano) nel Parma Calcio?

Cosa può affascinare l’Abramovich di turno in una società che ha ottanta, a spanne, milioni di euro di debiti, un bacino d’utenza relativamente ridotto, un blasone importante ma non stellare, una retrocessione impellente??

Perché diciamocelo, cinque meno tre, quelli di cui sopra, fa due. Due. E non ci dicano che la jella gli arbitri e gli errori hanno avuto il loro peso: ce l’hanno per tutti. Ma nessuno ha fatto così male quest’anno in tutta Europa. Nessuno ha mai fatto così male punto.

Ergo… Le spiegazioni sono due.

La prima, più torbida: far circolare denaro, di provenienza lecita ma non immacolata, farlo entrare dubbio per uscire pulito. Passando per Cipro, sorta di freepass, da sempre. Un gioco vecchio come il mondo, quello del calcio, appunto.

La seconda, più semplice. Che vi sia un interesse di fondo per alimentare (e indotti) o metalmeccanica, campi di eccellenza della città. Una propensione all’investimento in macchinari per l’industria cibaria, o in una fabbrica stessa, di quelle (innumerevoli, diciamocelo), che stanno chiudendo o fallendo? O uno per la metalmeccanica e le forniture industriali, di cui anche la Leonessa è leader? E questo potrebbe rappresentare il trait d’union mancante. Un rapporto pregresso, o futuro, con la famiglia Ghirardi potrebbe essere la chiave di volta della trattativa. Che a questo istante, ore 18,30 di martedì 9, non è ancora decollata. Lo farà mai?

Ah, dimenticavamo la terza opzione. Che arrivi un malato di sport, talmente folle da starci a perdere pur di fare calcio. Sposerà Biancaneve, dopo che Cenerentola lo ha scagliato giù dal calesse, e avranno due sorellastre e sette nanetti. Facile, come vendere il Parma Fc.

Un postulatino finale, importante. Fabio Giordano, e suo padre Psasquale, all’ordine del giorno stimatissimi avvocati romani, non risultano, ahinoi, che clamorosa distrazione di chi li ha compliati, iscritti all’Albo degli avvocati della Regione Lazio..

(Ladydi)

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