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Vaccino killer, c’è un morto anche a Parma

Un caso di morte sospetta anche a Parma per il vaccino anti-influenzale. Le autorità sanitarie stanno conducendo accertamenti.

«Sì, c’è un morto anche a Parma»: la conferma dell’Ausl arriva intorno alle 17,30. Il vaccino antinfluenzale comincia davvero a fare paura: i decessi sospetti in Italia aumentano – ieri nel primo pomeriggio erano già cinque, poi la cifra è salita a 11 – e il tragico bilancio tocca da vicino anche la nostra città.

La vittima è un paziente ultranoventenne che soffriva di diverse patologie croniche molto importanti. Non si sa niente di più. L’Azienda sanitaria è rigorosissima: «Sono le regole della privacy, non possiamo dire altro».

La ricostruzione è questa: l’uomo va dal medico per farsi somministrare il vaccino la mattina di mercoledì 26 novembre. Già nel primo pomeriggio avverte qualche malessere e ha difficoltà nella respirazione. La situazione non accenna a migliorare, anzi, il contrario. I familiari decidono quindi di portare l’uomo al Pronto soccorso dell’ospedale: sono le 17. Il personale sanitario del presidio di emergenza decide di trattenere il paziente, il quadro clinico è preoccupante. La notte passa, l’uomo peggiora. Giovedì 27, l’altro ieri, muore.

La notizia ufficiale però arriva ieri. Scattano le procedure, prima fra tutte la segnalazione del caso al ministero della Salute da parte dell’Ausl di Parma. «L’anziano non era stato vaccinato con un campione del farmaco inserito nei lotti bloccati dall’Aifa nei giorni scorsi», spiegano fonti mediche dell’Azienda Usl. Immediata la convocazione di riunioni ai piani alti, comunque.

Ovviamente ogni conclusione è più che prematura: la correlazione fra la somministrazione del vaccino e la morte dell’anziano paziente non è certamente provata. E, anzi, è quasi del tutto improbabile. E’ questo che tengono a ribadire un po’ tutti gli interpellati.

«La nostra campagna – spiega Bianca Maria Borrini responsabile malattie infettive e vaccini del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Parma – prevede la vaccinazione di anziani con patologie croniche, adulti e bambini non in buona salute e quindi, inevitabilmente, nel corso della stagione influenzale subentrano purtroppo delle complicanze. Complicanze peraltro non collegate al vaccino. Ogni anno, dunque, si registrano decessi».

La questione resta quella della causa-effetto: il collegamento temporale, fra la somministrazione del vaccino e il decesso, da solo non è sufficiente per stabilire se l’anziano – nel caso parmigiano – è morto in seguito all’iniezione del liquido che doveva immunizzarlo oppure no. «Un conto è una coincidenza temporale, un conto è stabilire una causa-effetto. Toccherà all’autorità nazionale fare chiarezza – sottolinea Bianca Maria Borrini -. Noi abbiamo fatto la segnalazione agli organi preposti, ora partirà l’indagine per la valutazione del singolo caso».

L’ente competente è l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, a capo del sistema di «farmaco vigilanza»: è lì che approdano tutte le segnalazioni in partenza dalle aziende sanitarie, dai medici o dai pazienti stessi. Ed è l’Aifa, in collegamento con la Regione, che deciderà sulle scelte da fare.

La Regione Emilia Romagna ieri pomeriggio, prima che deflagrasse la notizia del morto a Parma, aveva emesso un comunicato, firmato dall’assessorato alle Politiche per la salute in cui si chiariva che «in Emilia Romagna i lotti del vaccino antinfluenzale ritirati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa)
non sono distribuiti e utilizzati. Nessuno è stato dunque vaccinato con i lotti 142701 e 143301 del vaccino Fluad della Novartis».

Altre precisazioni: «La vaccinazione in Emilia Romagna
prosegue, è gratuita e ha l’obiettivo di proteggere dalle gravi complicanze i cittadini più a rischio, in particolare adulti e bambini con malattie croniche e persone anziane a partire dai 65 anni. Finora, dall’inizio della campagna, sono state vaccinate in tutta la regione 390 mila persone».

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