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Casalasco, sindacati contro

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E’ di pochi giorni fa la notizia che il Consorzio Casalasco, in seguito a una “ristrutturazione”, ha reintegrato 29 dipendenti su 64, di cui solo quattro donne, rispetto alle 22 che erano impiegate in precedenza. La Flai Cgil ha denunciato la vicenda, parlando di “discriminazione” e chiedendo alla deputata Maestri di intervenire.

Oggi gli altri sindacati hanno contestato le dichiarazioni della Cgil e rilasciato i seguenti comunicati.

FAI CISL – “Interveniamo sulla questione relativa alla chiusura dello stabilimento di Felegara perché riteniamo che le notizie di stampa riportate recentemente, nelle quali non ci riconosciamo, non rispondano alla realtà dei fatti e alimentino un clima dannoso per la soluzione di un delicato problema occupazionale nato dalla chiusura di uno stabilimento.

E’ stato sottoscritto un accordo dalle segreterie nazionali e territoriali di Fai Cisl, Flai Cgil, e Uila Uil dopo un confronto serrato e difficile che ha centrato vari obiettivi: la possibilità che ai lavoratori venisse offerto un posto di lavoro presso i due siti (Fontanellato e Rivarolo) del Consorzio Casalasco.

Costruire un accordo che salvaguarda l’occupazione è un fatto importante, visto l’emorragia occupazionale che sta devastando anche una florida provincia come quella di Parma, e non capiamo le continue prese di posizione di una sigla sindacale tese a screditare il lavoro svolto unitariamente. Inoltre l’accordo ha previsto un piano sociale e il ricorso agli ammortizzatori sociali ancora oggi disponibili.

Per quanto ci riguarda l’intesa, sottoscritta da tutti, ad oggi è rispettata: l’accordo prevedeva che ad almeno 29 dipendenti venisse offerta la ricollocazione a Fontanellato e che si ricercassero all’interno di questo sito ulteriori opportunità che stiamo riscontrando, e ai rimanenti 37 una soluzione a Rivarolo tenendo conto del disagio legato alla distanza. L’azienda non ha proceduto alla immediata ricollocazione dei lavoratori a Rivarolo per una precisa richiesta delle Organizzazioni Sindacali, legata alla necessità di fare ulteriori verifiche che sono state fatte, nel rispetto delle posizioni di ciascuno e nella correttezza di quanto sottoscritto.

Le dichiarazioni apparse sulla stampa rischiano di scaricare inutile conflittualità in una situazione complessa che richiede, a nostro parere, il massimo di responsabilità per accompagnare adeguatamente le persone in questo delicato passaggio”.

UILA UIL – “In relazione alla questione Casalasco e alla relativa gestione dell’accordo dei 5 agosto 2014 denominato “gestione dello stabilimento di Felegara”, apprendiamo con rammarico notizie dalla stampa che solo parzialmente corrispondono al vero.

L’accordo, firmato con l’azienda da Flai Fai Uila unitariamente, prevedeva l’apertura della Cigs per cessazione attività, l’apertura della mobilità volontaria con incentivo all’esodo e l’avvio di una serie di incontri tecnici per monitorare il ricollocamento dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato.

L’azienda nell’accordo sottoscritto si è resa disponibile a ricollocare 66 lavoratori, 29 presso lo stabilimento di Fontanellato e 37 presso la casa madre di Rivarolo del Re. La Uila, di concerto con le altre sigle sindacali, ha intrapreso con l’azienda una complessa verifica degli assetti organizzativi con l’intento di trovare tutti i possibili recuperi occupazionali per il sito di Fontanellato. L’esito di tali incontri ha portato al ricollocamento di ulteriori tre figure professionali oltre alle 29 previste e all’impegno aziendale per altre posizioni da concretizzare in futuro.

Tutto ciò ha ritardato, per scelta del tavolo sindacale, l’inserimento dei lavoratori destinati a Rivarolo del Re con l’intento comune di ricercare le migliori soluzioni possibili. All’interno degli incontri tecnici si è lavorato seguendo il criterio delle mansioni, senza distinzioni alcun genere, per non lasciare spazio a favoritismi di sorta e come richiesto dai sindacati si è posta particolare attenzione anche ai lavoratori avventizi di Felegara, istituendo il diritto di precedenza tramite un elenco di anzianità aziendale.

Allo stato attuale tutti i lavoratori destinati a Fontanellato sono stati ricollocati, una ventina hanno scelto di andare in mobilità, ne restano 19 in attesa di essere riassegnati. Per questi ultimi l’impegno della UILA non si è esaurito e auspichiamo che le dichiarazioni della Flai non nuociano ad un negoziato per sua natura altamente complesso. Ci dispiace perché nonostante il lavoro svolto siamo consapevoli che ancora tanto rimane da fare. Eravamo certi che il cammino sarebbe stato lungo”.

LA REPLICA DELLA FLAI CGIL – Dopo la nostra denuncia dei giorni scorsi sulla discriminazione avvenuta nei confronti delle lavoratrici di Felegara, nell’assenza di una replica aziendale, leggiamo sulla stampa una risposta dei sindacati Fai e Uila che merita un chiarimento.

La Flai Cgil ritiene che l’accordo sottoscritto ad agosto col Consorzio Casalasco fosse il migliore possibile nel contesto in cui ci si trovava. In quell’accordo è previsto un importante Piano Sociale figlio delle lotte che le lavoratrici e i lavoratori di Felegara hanno messo in campo. Ogni parola di
quell’intesa è costata mobilitazione e impegno, avendo di fronte un’azienda che intendeva chiudere lo stabilimento in pochi giorni senza apprezzabili tutele.

La discriminazione che abbiamo denunciato è nei fatti e nemmeno l’azienda ha pensato di smentirla. I lavoratori di Felegara ricollocati a Fontanellato sono il 58% degli uomini e il 18% delle donne (solo 4 su 22). A questi fatti chiediamo che l’azienda, non altri, risponda.

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