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Lavoro, le speranze nell’export

lavoroUn dato positivo emerge finalmente dallo scenario della crisi: crescono le assunzioni nel Parmense nella prima metà del 2014, secondo il rapporto dell’Osservatorio del Mercato del lavoro presentati stamattina in Provincia. Ma crescono anche i licenziamenti e i nuovi contratti sono di scarsa qualità.

Le assunzioni crescono prevalentemente negli ambiti del lavoro interinale e del part time. Le assunzioni dei giovani sono cresciute, in termini congiunturali, meno di quelle degli adulti (dello 0,9% contro il 3,0%).

Nel trimestre è crollato il ricorso alla cassa integrazione guadagni (-65,5%), ma sono aumentati i lavoratori posti in mobilità collettiva (+21,3%) e quelli in carico ai Centri per l’Impiego (oltre 23 mila). Si prevede che i disoccupati del 2014 raggiungeranno quota 17mila unità.

Dal rapporto, illustrato da Pier Giacomo Ghirardini e Monica Pellinghelli dell’OML, emerge che in Provincia di Parma, nel secondo trimestre 2014 è continuata la crescita delle assunzioni, sia a livello congiunturale (2,7%), sia tendenziale (12,8%), dato indubbiamente positivo, anche se tale crescita non è in grado di compensare il parallelo aumento delle cessazioni dei rapporti di lavoro; si verifica così una perdita di rapporti di lavoro dipendente di 323 unità. Nel primo semestre 2014 si sono persi infatti, nel complesso, 877 rapporti di lavoro alle dipendenze, come dato destagionalizzato, di cui 523 nel solo settore delle costruzioni, 73 nelle restanti attività industriali, 171 nel commercio e 213 negli alberghi ristoranti, mentre si è registrato un incremento di 100 unità nelle altre attività dei servizi e di 3 in agricoltura.

“Ci sono segnali positivi di ripresa dell’occupazione – ha rilevato Maurizio Vescovi, consigliere provinciale Delegato a lavoro e Formazione professionale – Speriamo che questi segnali vengano confermati dai prossimi dati. Già sappiamo che settori importanti per l’economia del nostro territorio, come l’alimentare e il farmaceutico stanno aumentando le esportazioni, quindi speriamo in un 2015 più incoraggiante”.

I segnali più positivi provengono dall’andamento delle assunzioni nel settore chimico e farmaceutico e nell’impiantistica alimentare. L’aumento delle assunzioni in questi settori, da sempre più aperti all’internazionalizzazione e caratterizzati da prodotti a maggiore valore aggiunto e contenuto tecnologico, spiega i segnali di ripresa della domanda di manodopera tecnica, le cui assunzioni sono cresciute dell’11,8% in termini congiunturali e del 25,0% in quelli tendenziali. Il quadro per le attività manifatturiere presenta elementi positivi e la caduta delle assunzioni in quest’area sta progressivamente decelerando.

Vi è una diminuzione congiunturale delle assunzioni, nel secondo trimestre 2014, nei trasporti, magazzinaggio e comunicazione (-20,7%) e nelle attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e servizi alle imprese (-4,1%), esclusi i servizi di ricerca, selezione e fornitura del personale, ove continua l’ascesa delle missioni di lavoro interinale, aumentate nel secondo trimestre 2014 congiunturalmente del 14,2% e tendenzialmente del 36,0%, con una preoccupante «standardizzazione verso il basso» dei rapporti di lavoro dipendente, in particolare per quanto riguarda il declino del lavoro operaio qualificato sostituito dal lavoro temporaneo di operai semiqualificati e dequalificati.

L’andamento della produzione nell’industria in senso stretto, in provincia di Parma, nel secondo trimestre 2014, è positiva rispetto al primo trimestre 2014 (con un saldo del 4,6% tra i dati in aumento e quelli in diminuzione). Si prevede per il terzo trimestre 2014 una situazione di sostanziale stazionarietà.

A dare speranze in questo scenario di luci e ombre è soprattutto l’export: le esportazioni di prodotti manifatturieri sono cresciute, in valore e in termini congiunturali, dell’1,3% contro lo 0,4% stimato nel primo trimestre, e tendenzialmente del 2,2%; segna però una flessione il comparto della meccanica strumentale (-3,1% in termini congiunturali e -3,0% in termini tendenziali).

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