Home » Cronaca » Inchiesta- Un pusher albanese: così la droga arriva a Parma

Inchiesta- Un pusher albanese: così la droga arriva a Parma

sovrappeso-droga-droghe-sovrappeso-610x425

Novanta chilometri sono quelli che, più o meno, separano il porto della Spezia – uno dei maggiori per traffico di merci a livello italiano – a Castelnovo Monti, nell’Appennino reggiano, una delle più note località di villeggiatura della zona nonché centro più popoloso.

Sono questi novanta chilometri di curve e tornanti, dal porto della Spezia, appunto, attraverso i caratteristici paesini della Lunigiana, valicato poi il passo del Cerreto che segna l’ingresso in Emilia Romagna e poi ancora giù, infine, verso Castelnovo Monti, la nuova “strada della droga” scelta dalla malavita albanese per rifornire non solo l’Appennino – dove la maxi inchiesta ha svelato un numero impressionante di piccoli spacciatori ed acquirenti – ma anche la pianura padana con i suoi centri: Reggio Emilia e Parma in primis.

E’ quanto emerge da una nostra inchiesta, confermato indirettamente da “fonti coperte” implicate proprio nel traffico di stupefacenti. “Ipotesi plausibile”, commentano fonti investigative.  Altro non possono dire, per due fondati motivi.

Il primo: non ci sono inchieste già chiuse che confermino questo scenario.

Il secondo: eventuali indagini in corso su questo versante sarebbero comunque coperte dal segreto istruttorio.

Noi siamo partiti da una considerazione che potremmo definire di buon senso comune: nella zona appenninica, gira molta droga.

Perché?, ci siamo chiesti. Un po’ tutti considerano questa come un’anomalia nella “geografia criminale” tra il parmense e il reggiano. Ma le chiavi di lettura possibili sono quasi del tutto assenti. Più assuntori di droghe (leggere e pesanti) rispetto al resto del territorio? Possibile, ma abbastanza improbabile.

A quel punto, viene quasi spontaneo chiedersi se il paese non sia il crocevia di uno smercio di droga. Noi ce lo siamo chiesti, e lo abbiamo chiesto. Sino a quando, la “fonte giusta” è saltata fuori.

Ricca di particolari per ora indimostrabili ma che, come detto, risultano più che plausibili. Il porto di La Spezia è ben presidiato: c’è la Finanza, c’è la Polizia di frontiera.

Gli investigatori parlano di un “porto chiuso”, perché è in gran parte recintato. Difficile, in teoria, entrarne e uscirne con carichi di droga. Ma sulle sue banchine vengono scaricati ogni anno decine di migliaia di container: come controllarli tutti?

“La Spezia – ci spiega un alto ufficiale delle forze dell’ordine – è un luogo di transito delle partite di droga. Il bacino ligure è troppo poco vasto per essere di per sé appetibile per lo smercio al dettaglio. Gli stupefacenti arrivano qui per poi essere smistati principalmente su due direttrici: Milano e la Lombardia, che resta quella principale, e l’Emilia dove i “potenziali consumatori” non sono pochi”.

La droga arriva da molte direttrici. I maxi sequestri degli anni passati, diciamo dal 2011 sino a un anno e mezzo fa circa, hanno riguardato carichi arrivati soprattutto dall’Asia.

Ma le “navi imbottite” arrivano pure dal Sudamerica e dal Nordafrica, ma anche da più vicino come la Spagna. Soprattutto cocaina nel primo caso, hashish nel secondo e terzo caso.

La Spezia, quindi, punto d’approdo. E poi?

Poi via, lungo la statale del Passo Cerreto, la SS63. A Castelnovo, il primo smistamento della merce proveniente dal porto ligure; da qui, poi, a Reggio, distante appena 45 chilometri; o a Parma, attraverso la SP513, distante non più di 70 chilometri.

Il vantaggio di un percorso così tortuoso attraverso le montagne dell’Appennino? La quasi completa assenza di controlli in materia, sia per quanto riguarda il tratto ligure, sia per quello emiliano, che permette di azzerare (o quasi) il rischio di essere intercettati dalle forze dell’ordine.

Ma c’è di più, e cioè la tecnica usata per occultare gli stupefacenti: i “panetti” di hashish, ad esempio, a quanto pare verrebbero “impacchettati” in blocchi da cinque e nascosti fra le cassette di pesce fresco di alcuni anonimi furgoncini che, quotidianamente, riforniscono (dal lunedì al venerdì, perché il sabato e la domenica c’è il fermo-pesca) le decine e decine di ristoranti della zona.

È proprio l’assoluta innocenza, a prima vista, del continuo flusso di tali mezzi (solitamente furgoncini che trasportano, ciascuno, sui 45 quintali di pesce) a permettere un “giro” quasi totalmente sicuro da parte dei trafficanti; se a ciò si aggiunge il fatto che i guidatori – il più delle volte – ne sono assolutamente all’oscuro e che l’odore fortissimo delle cozze e del pesce fresco (come alici, sarde, bianchetti) pescato nel mare ligure è in grado di coprire, almeno parzialmente, quello degli stupefacenti, il gioco è fatto.

Un po’ di conti completano il quadro.

L’hashish, proveniente via nave dai porti del nord Africa, una volta scaricato a La Spezia, viene pagato dall’organizzazione criminale 50 euro all’etto, ovvero 0.5 euro al grammo. Al dettaglio, la classica “panetta” da un etto viene rivenduta a una cifra che si aggira intorno ai 250 euro, quintuplicando quindi il profitto. Scendendo ancora più in basso nella scala dello spaccio, un pusher di strada può rivendere l’hashish, al grammo, a una cifra che varia dai 5 ai 7 euro in base alla qualità, più di dieci volte rispetto al prezzo pagato all’origine.

Le quantità trasportate, infine. Un furgoncino viene caricato a La Spezia con un massimo di 10 kg di hashish, ovvero un centinaio di “panette” da un etto; per l’organizzazione criminale “costa” quindi 5000 euro.

Al termine del percorso, giunto lo stupefacente a Reggio o a Parma, la stessa quantità viene riveduta ai grossisti locali per una cifra che si aggira intorno ai 25000 euro, con un guadagno complessivo, dunque, di circa 20.000 euro a trasporto.

Questo dicono le nostre fonti. Questa è una possibile chiave di lettura del “fenomeno Castelnovo Monti”.

Questo è uno scenario che, anche rispetto alle garanzie offerte dalla rotta, gli investigatori considerano plausibile.

(essevierre)

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*