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Tasi e Imu, stangate in arrivo

Stangata in arrivo per il pagamento del saldo di Tasi e Imu. I rincari per chi possiede seconde case, capannoni e negozi toccano anche il 145% rispetto all’Ici del 2011. E’ quanto emerge dai dati elaborati dal Caf Acli per il Sole 24 Ore, che parla di tassazione record in molti capoluoghi italiani. Entro il 16 dicembre i parmigiani, al pari di quanto avviene negli altri comuni (salvo deroghe), dovranno pagare un conto salato per la Tassa sui servizi comunali (prevista soltanto per la prima casa) e - chi possiede seconde case, capannoni e negozi - per l’Imu. A Parma…

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Stangata in arrivo per il pagamento del saldo di Tasi e Imu. I rincari per chi possiede seconde case, capannoni e negozi toccano anche il 145% rispetto all’Ici del 2011. E’ quanto emerge dai dati elaborati dal Caf Acli per il Sole 24 Ore, che parla di tassazione record in molti capoluoghi italiani.

Entro il 16 dicembre i parmigiani, al pari di quanto avviene negli altri comuni (salvo deroghe), dovranno pagare un conto salato per la Tassa sui servizi comunali (prevista soltanto per la prima casa) e – chi possiede seconde case, capannoni e negozi – per l’Imu. A Parma città la Tasi sull’abitazione principale ha l’aliquota massima, 3,3 per mille (2,5 per mille più l’addizionale dello 0,8). Le detrazioni del Comune sono calcolate tenendo conto della rendita catastale e dell’Isee (sono previste esenzioni e sgravi variabili per Isee non superiori a 20 mila euro).

Diverso il discorso per le case di lusso, per le quali rimane il pagamento dell’Imu. Dal 2012 inoltre a Parma, si paga l’aliquota massima (10,6 per mille) per l’Imu sulle seconde case, capannoni e negozi. Per questo motivo in città, a differenza di quanto avviene in tanti altri comuni, sui fabbricati diversi dalla prima casa al pagamento dell’Imu, non si aggiunge anche quello della Tassa sui servizi comunali.

La somma delle aliquote Imu e Tasi infatti non può superare il 10,6 per mille e quindi se un comune – come nel caso di Parma – ha stabilito l’aliquota Imu al massimo, la Tasi è pari a zero. Confedilizia ha criticato a più riprese la scelta di far pagare la Tasi soltanto ai proprietari delle abitazioni principali, definendola «una patrimoniale camuffata». Stando ai dati pubblicati dal Sole 24 Ore riguardanti Parma, se si confronta l’Ici del 2011 su una casa affittata a canone libero e l’importo dovuto per l’Imu nel 2014, si ha un rincaro del 142%. Per un appartamento tipo infatti, la spesa passa dai 380 euro del 2011 ai 920 del 2014.

Ancora più elevata la percentuale degli aumenti per chi possiede e utilizza un negozio. In questo caso la differenza tra Ici del 2011 e Imu fa segnare un +145%. Nell’esempio riportato dal Sole 24 Ore si passa quindi da una spesa di 452 euro all’anno a 1107 euro.

Leggermente più contenuti infine gli aumenti per chi possiede un capannone. In questo caso l’importo dovuto nel 2011, pari a 2.299 euro ha subito un aumento del 97%, dato che la spesa per l’Imu è pari a 4527 euro, praticamente il doppio.

Per chi affitta un’abitazione il Comune ha però previsto una serie di agevolazioni. Chi aderisce al progetto “Affitti garantiti” l’aliquota applicata scenda al 6 per mille.

I proprietari che affittano il proprio immobile a condizioni concordate hanno invece un’aliquota dell’8 per mille. Stessa aliquota per chi affitta a studenti universitari e per chi concede l’abitazione in comodato a un parente di primo grado (in linea retta) purché questa venga utilizzata come abitazione principale. Questa agevolazione è limitata alla quota di rendita risultante in catasto non eccedente il valore di 500 euro.

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